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Autore: DR Comunicazione

Nuove strategie di comunicazione

Come elaborare una strategia di comunicazione efficace

Tempo di lettura: quello di una breve passeggiata

La guida definitiva in 4 passi

Anche se la comunicazione interna ha un impatto diretto sull’esperienza e sul coinvolgimento dei dipendenti, la maggior parte delle aziende non ha una strategia di comunicazione a lungo termine. 

Questa mancanza di pianificazione è allarmante poiché un sistema di comunicazione interna senza una strategia chiara è destinato a fallire.
Una strategia documentata e sempre disponibile, è una guida essenziale per definire obiettivi finali e intermedi, prevedere risorse, stabilire responsabilità e modalità di azione, limitare i rischi, misurare i risultati.

Inoltre, una comunicazione interna efficace migliora la produttività dei dipendenti. Il McKinsey Global Institute ha rilevato che la produttività dei dipendenti aumenta del 20-25% nelle organizzazioni in cui i dipendenti comunicano efficacemente.
Ecco una guida semplice per aiutarti a creare un’ottima strategia di comunicazione interna.

1. Rivedi la tua strategia attuale

Prima di rinnovare la strategia di comunicazione dei dipendenti, è importante fare il punto su ciò che è attualmente in atto.

Valuta la tua attuale strategia per identificarne i punti di forza e di debolezza e poi scopri in cosa vorresti migliorare.

2. Definisci il tuo target

La maggior parte delle aziende commette l’errore di trattare i propri dipendenti come se fossero tutti uguali. Se vuoi coinvolgere i tuoi dipendenti con i tuoi contenuti, assicurati che ognuno ottenga le informazioni giuste al momento giusto. E per farlo, distribuisci i tuoi contenuti in base al ruolo e alle competenze

3. Imposta obiettivi chiari

Stabilisci scadenze ragionevoli per la pianificazione.

Fai in modo che i tuoi obiettivi siano:

  • Specifici
  • Misurabili
  • Raggiungibili
  • Rilevanti (devono essere direttamente collegati alle aspirazioni della tua azienda).
  • Limitati nel tempo (devono avere scadenze precise)

4. Definisci la tua nuova strategia che contenga:

  • Obiettivi concreti
  • Un Target preciso
  • Metriche chiare
  • Cronologie realistiche
  • Una soluzione di comunicazione interna
  • Contenuto adeguati ed efficaci

Content Marketing. Perché ora è più importante.

Con la pandemia sono cambiate le esigenze e gli scenari ma rimanere in contatto col proprio pubblico rimane la strategia vincente per trovare nuovi clienti

Come sarà il mondo dopo il Covid-19? La risposta vale milioni di dollari e nessuno, almeno per il momento, lo sa. Gli esperti del Content marketing Insitute assicurano che dopo una crisi dura di qualche mese, ci sarà una grande ripresa ma non per tutti. I modelli di business stanno cambiando e saranno guai seri per chi pensa di poter riprendere da dove aveva lasciato senza fare cambiamenti. In che cosa investire per limitare la crisi? Da cosa ripartire? Cosa possono fare le aziende subito per non farsi cogliere impreparate? C’è una solo risposta a tutte queste domande: content marketing.

Capitalizza l’attenzione

Se è vero che gli utenti in questo periodo comprano meno – o meglio, comprano in un modo diverso – è ancora più vero che non hanno mai smesso di informarsi e quando finalmente il Covid-19 sarà solo un brutto ricordo, si ricorderanno solo delle aziende che riterranno affidabili, che non avranno mai interrotto quell’imprescindibile rapporto di fiducia indispensabile per vendere: l’informazione puntuale, il video emozionante, senza fake news e senza slogan urlati in città deserte.

Punta sulla qualità

Le campagne più efficaci nell’ultimo anno sono state quelle che hanno puntato tutto sulla qualità dei contenuti. Già prima della pandemia le aziende erano sempre meno propense ad investire nell’adv tradizionale. La digitalizzazione forzata che il Covid-19 si è trascinato dietro, ha velocizzato bruscamente questo processo. I contenuti di qualità sono mattoni che costruiscono il valore dell’azienda. Per essere efficaci devono soddisfare due esigenze: essere utili e credibili ed emozionare.

I tre errori capitali

  • Continuare esattamente come prima della pandemia: stessi messaggi, stesso tone of voice, stessa strategia. Il mondo è cambiato, dovete farlo anche voi.
  • Sospendere il dialogo con i vostri clienti che «tanto ora non comprano». La ripartenza sarà durissima e tutti i vostri competitors a cui avete lasciato campo libero, si troveranno in vantaggio.
  • Abbandonare i propri clienti. il Content Marketing rappresenta un asset fondamentale per colmare le distanze. Questo è un momento d’oro per dimostrare vicinanza al proprio pubblico creando contenuti pensati per aggiungere valore e rispondere alle esigenze senza speculare sulla crisi.

Ikea 10 e lode

Un esempio perfetto di una strategia di content marketing coerente e memorabile la fornisce Ikea, colosso mondiale del mobile low cost, che durante il lockdown, fedele alle caratteristiche del brand: semplicità, riconoscibilità e condivisione, ha lanciato la campagna sulla pagina Facebook russa, in cui, con il suo inconfondibile linguaggio iconografico, spiega in poche e semplici mosse come costruire una capanna per i bambini, in casa utilizzando, ovviamente, solo mobili del brand.

AstraZeneca, la Danimarca sceglie la trasparenza

18 Marzo 2021

Il Governo italiano ha scelto una comunicazione lapidaria per invitare i suoi cittadini a vaccinarsi. Un’esortazione ad aderire alla campagna senza se e senza ma per fermare la corsa dei contagi. Pochissime le spiegazioni, i chiarimenti ufficiali annegati letteralmente nel mare di fake news e di allarmi lanciati dai negazionisti. 

Perfino quando, uno alla volta, quasi tutti i paesi europei hanno cominciato a ritirare il vaccino AstraZenica, i virologi che hanno affollato le colonne dei giornali, le trasmissioni tv e i tg, non hanno saputo fornire con chiarezza, in poche parole, che cosa è accaduto veramente lasciando spazio alla paura e alla speculazione.

Il messaggio dell’AIFA

L’Agenzia italiana del farmaco Aifa ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid19 su tutto il territorio nazionale. Tale decisione è stata assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei. Ed è proprio quella locuzione «in via del tutto precauzionale» che apre alle più disparate interpretazioni e ad un numero indefinito di domande: L’Ema non poteva pronunciarsi prima? A che tipo di controlli e di verifiche è stato sottoposto il vaccino prima dell’approvazione?

Le risposte si riassumono grossolanamente in una: Gli approfondimenti sono in corso, siamo in attesa dei risultati

L’esempio danese

L’Agenzia danese per i medicinali ha scelto un’altra strada, quella della trasparenza, coraggiosa ma come sempre molto efficace. Ha inviato una lettera a tutte le persone che hanno già ricevuto il vaccino AstraZeneca, invitandoli a rivolgersi al proprio medico in caso di determinati effetti collaterali. L’agenzia ha anche descritto nel dettaglio quali sonore normali, fisiologiche reazioni dell’organismo al vaccino, quando cioè non c’è da preoccuparsi. 

Una comunicazione efficace per due motivi

Da una parte il Governo Danese ha potuto così mappare in maniera precisa gli effetti del vaccino, stilando una stima precisa degli effetti collaterali. Dall’altra ha dimostrato attenzione e vicinanza nei confronti dei suoi cittadini circoscrivendo la paura e riducendo in maniera significativa il proliferare di allarmismi e fake news.

Il Festival di Sanremo più social di sempre

7 Marzo 2021

Uno dei commenti più divertenti sul Festival di Sanremo 2021 lo ha scritto Claudio Sabelli Fioretti che è uno stimatissimo giornalista, scrittore e conduttore radiofonico: «Vogliamo scommettere che fra una decina di anni il Festival di Sanremo lo vince il piccolo Leone?» Il riferimento è proprio al figlio di Chiara Ferragni e Fedez. In una battuta ha proiettato in un futuro non troppo lontano un meccanismo della comunicazione che è già sotto gli occhi di tutti noi. 

Like o televoti?

Senza entrare nell’inutile polemica di chi ha puntato il dito contro Chiara Ferragni, attaccata (da chi non ha vinto) per aver esortato i suoi quasi 23 milioni di follower a votare per il marito Fedez, in gara con Francesca Michielin, il segreto del successo dei trionfatori di Sanremo sta tutto nei numeri, quelli dei follower social degli artisti, e nel modo in cui sono stati utilizzati. Fedez e Michielin, che sul palco dell’Ariston hanno cantato Chiamami per  nome, potevano contare sui fan dei Ferragnez che al grido della influencer hanno letteralmente scatenato l’inferno, tanto da portare il pezzo del marito dal 21° posto della terza serata, all’11° della quarta e infine al secondo della finale. 

Strategia rock

Diverso il percorso dei Maneskin che hanno saputo sfruttare a loro vantaggio l’esposizione del Festival per aumentare il loro capitale di follower sui social. Nei primi giorni sono stati così bravi ad alimentare la curiosità intorno al loro gruppo e alla loro esibizione, giocando la carta sempre vincente dell’ambiguità (vedi Achille Lauro dell’anno scorso), tanto da utilizzare i social del festival come ponte per trasportare follower sui loro. Risultato: + 102% su Instagram prima della finale e un altro +51% dopo la vittoria. Non sappiamo se Leone vincerà il Festival 2031, ma se lo farà forse non avrà nemmeno bisogno di cantare.

Chi comunica vince e la pandemia diventa un’opportunità

Tempo di lettura: un corretto lavaggio delle mani con acqua e sapone

Il covid-19 ha stravolto anche tutti i parametri della comunicazione che ora è vincente solo se punta sulle relazioni con i clienti.

Tutto il mondo si lascia alle spalle un anno complicato che ha cambiato  irrimediabilmente anche il nostro modo di comunicare. E se il mantra di questi mesi è (giustamente) il distanziamento sociale, l’unica soluzione per uscire dall’impasse è paradossalmente quella di rivedere e rinsaldare le relazioni con i clienti, insomma di stare loro più vicini. Non fraintendete, non si tratta di tagliare le distanze fisiche in spregio ai vari Dpcm, bensì di riempire di valore quelle distanze. Non solo promozioni e risultati finanziari ma anche impegno, responsabilità, per fare in modo che il cliente riconosca nella nostra attività uno scopo. 

L’esempio di Re Giorgio

Giorgio Armani è stato uno dei primi a intuire la gravità della crisi. In una notte, durante la fashion week dell’anno scorso, ha deciso di trasferire le sue sfilate in streaming. Ha fatto subito sentire la sua presenza con donazioni agli ospedali e conversioni delle sue fabbriche che hanno cominciato da subito a produrre camici e mascherine. Con la pandemia ha riallineato la sua comunicazione promuovendo un’idea della moda e del lusso più sostenibile e coerente col momento storico che stiamo vivendo. Ha introdotto nella sua relazione con il pubblico, un concetto vecchio ma attualissimo di austerità in un settore in cui l’offerta è di gran lunga superiore alla domanda. Ha approfittato della crisi per ridare valore all’autenticità ridefinendo la sua posizione nel mondo. In pratica: collezioni più piccole, show più contenuti, e una ripartenza col botto. La flessione sarà inevitabile ma niente a che vedere con la batosta che stanno subendo e subiranno i suoi competitors.

Dallo storytelling allo storydoing

Con un calo delle attività così consistente e generalizzato, il mercato è ora ancora più aperto alla comunicazione. Una comunicazione nuova, essenziale e concreta e molto meno sensazionalistica. Una comunicazione fatta di messaggi inediti quanto le dinamiche mondiali che ogni giorno si presentano ai nostri occhi. Non basta più raccontare storie che facciano emozionare, occorre raccontare storie attraverso le azioni, i fatti. Dallo storytelling allo storydoing. La relazione tra azienda e cliente va oltre il binomio proposta-acquisto e diventa ‘fare insieme per migliorare il mondo’. Dalle parole ai fatti, la comunicazione diventa valore concreto.

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